Anno nuovo e psicologia: la sindrome della falsa speranza

Anno nuovo, vita nuova, si dice. Ma, spesso, quello che accade è una sopravvalutazione di noi stessi che ci induce in seguito, ad un’amara delusione. Scopriamo cos’è la sindrome della falsa speranza.

Il sopraggiungere dell’anno nuovo, ci porta inevitabilmente a creare in noi stessi degli elenchi di cose da non ripetere, di persone da non rivedere, di azioni da non ricommettere. E’ usuale fare un bilancio dell’anno passato, raccogliere i cambiamenti, i fallimenti, i successi. Come un banale bilancio di esercizio, fondamentale in Economia Aziendale, redigiamo – ogni fine dicembre – una documentazione contabile – nel nostro caso, mentale! – dove le imprese in questo caso siamo noi, ed i sensi della legge, le nostre leggi morali.

Psicologia e bilanci

Lo scopo di ogni bilancio in economia, è perseguire un principio di verità in modo da accertare la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa al termine del periodo amministrativo di riferimento. Un po’ come succede a chiunque a fine anno; finisce un periodo amministrativo, l’impresa è la nostra esistenza, e si tirano le somme. L’economia muove il mondo, così come la psicologia muove l’economia, e a sua volta la disciplina economica tira i fili della società. Il grande economista Vilfredo Pareto, d’altronde, disse:

”Fondamento dell’economia politica ed in generale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia.”

Il bilancio di fine anno può essere triste e può lasciare l’amaro in bocca, il più delle volte. Ma la parte peggiore inizia dopo, quando avviliti dalle battaglie non portate a termine nell’anno che sta per finire, con un entusiasmo quasi infantile e spavaldo, usando quella fantasticheria tipica del prodotto cognitivo adolescenziale ci prefissiamo obiettivi, ancora una volta, raramente perseguibili. Come se, lo scattare di un numero in più sul calendario cambiasse il nostro percorso per osmosi.

Anno nuovo: Dov’è l’errore?

Dove sbagliamo? I classici buoni propositi  dell’anno nuovo sono sempre gli stessi: trovare un lavoro, chiudere quella relazione nociva, mangiare più sano, andare in palestra, finire l’università. Ottimi presupposti che, però, a volte, mancano di costanza. Nei fatti e con un po’ di impegno si potrebbe portare a termine uno o più di questi obiettivi, ma poi, per mancanza di stimoli, scarsa autostima, pigrizia, locus of control interno ed esterno negativo, si tende a procrastinare acuendo il nostro senso di fallimento che inevitabilmente andrà a scontrarsi con la nostra autostima. Il problema sta alla base:  all’inizio dell’anno nuovo, spesso, ci si pongono obiettivi oggettivamente difficili da raggiungere, e gli aspetti sono tanti. Poca motivazione, poca attitudine, scarsa autostima, errate metodologie utilizzare per il raggiungimento di un dato obiettivo.

Anno nuovo - Photo Credits: formulapassion.it
Anno nuovo – Photo Credits: formulapassion.it

Perché tendiamo a fallire quel maledetto bilancio mentale che ogni fine dicembre ci batte in testa? Dobbiamo chiudere la nostra Impresa? Deve rilevarci qualche Azienda più forte di noi? Assolutamente no. A differenza della disciplina economica che ha a che fare con i prodotti ”finiti”, la mente umana è infinita. Una macchina elastica capace di problem solving, un eccezionale software che tramite strategie di coping mirate può risollevarsi e rilevarsi da sola. Il segreto sta nello scegliere le battaglie giuste, valutare e valorizzare le proprie risorse e i propri punti di forza determinando i propri temi ed obiettivi. Gli obiettivi per l’anno nuovo devono essere realistici e la strategia è lavorare per step: porsi piccoli traguardi da raggiungere in un tempo di latenza personale stabilendone tempistiche e modi.

Sindrome della falsa speranza, come evitarla

Lavorare a piccoli passi, non solo è produttivo ma determina trend di cambiamenti significativi. Il realismo però è la base di questo tipo di percorso, per cui non sono accettati buoni propositi che sconfinino in deliri di onnipotenza, altrimenti si rischia di imbattersi in quella che, Janet Polivy , psicologa dell’università di Toronto, definì ”Sindrome della falsa speranza”. Un circolo vizioso di propositi fallimentari, poco realistici e deliranti da perseguire nel tentativo di cambiare sé stessi, non sapendo però, da dove iniziare né come farlo. Il risultato è alimentare circuiti fallimentari che poi si andranno a ripercuotere sull’autostima del soggetto in questione. Da qui, ”Sindrome della falsa speranza”; una bella favola da raccontarsi che inevitabilmente si fermerà all’intreccio della trama, senza avere una degna conclusione. Cosa fare quindi affinché l’anno nuovo sia diverso?

Step da seguire

  • Scegliere le proprie battaglie da perseguire. Una fase fondamentale, se non la fase più importante è quella di rivolgersi ad obiettivi concreti e seguire piccoli step concatenati rivolgendo l’attenzione su quei traguardi che si vogliono ottenere. Il sovraccarico di traguardi è inutile e dispendioso, meglio indirizzare le proprie risorse su ciò che davvero si vuole fare, cambiare, ed ottenere nella propria vita. La parola chiave è, quindi, ‘‘Investire’‘.
Anno nuovo vita nuova – Photo Credits: vitadamamma.com
  • Valutazione dell’obiettivo da realizzare e delle sue contigenze. Secondo step in assoluto è quello di analizzare la situazione che realmente si vuole cambiare, valutando sia il proprio punto di partenza, – ad esempio le impressioni, le disposizioni morali, e le motivazioni che ci spingono realmente ad investire l’energia in questa o quella situazione che vogliamo modificare! – sia facendo un check up della contingenza che vogliamo cambiare: Chiedersi, ad esempio, quali sono le caratteristiche della situazione, cosa si apprezza di quella situazione e cosa si vuole modificare davvero, quali sono le cose da cambiare e quelle sulle quali si ha potere di cambiamento oggettivo.
Step 2020 – Photo Credits: eventicapodanno.com
  • Stabilire traguardi realizzabili razionalmente. La parola d’ordine è realismo e razionalità. Una volta aver scelto l’obiettivo su cui investire le proprie energie ed aver valutato ogni aspetto situazionale e personale del suddetto, la cosa principale è suddividere i grandi obiettivi, fornendo una visione globale di ciò che si andrà ad ottenere con costanza, ed i piccoli obiettivi, badando al dettaglio nel procedere per step quotidiani per poi arrivare alla visione globale.

Il modus operandi è semplice, ma nella sua semplicità, non incorre in situazioni viziose e deliranti che alimentando false speranze su sè stessi e sulle contigenze, generano ogni fine anno un senso di vuoto e fallimento ledendo l’autostima; elemento principale è, come sempre, seguire le proprie attitudini incanalandosi nella naturalezza degli eventi non solo ad inizio anno nuovo, ma tutti i dodici mesi.